Si tratta del professor Cesare Faldini, fiorentino di nascita ma bolognese d’adozione, primario della Clinica Ortopedica e Traumatologia I dell’Istituto Ortopedico Rizzoli e professore ordinario del Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie (DIBINEM) dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.
In dieci anni, Faldini ha collezionato 30 prestigiose onorificenze internazionali, l’ultima delle quali conferita dall’American Academy of Orthopaedic Surgeons (AAOS), la più autorevole società scientifica del settore a livello globale, che riunisce oltre 35mila specialisti. Il suo contributo alla videolibrary dell’Academy – una piattaforma formativa utilizzata in tutto il mondo – ha reso accessibili e replicabili interventi ortopedici ad altissima complessità eseguiti proprio al Rizzoli, simbolo di eccellenza medica italiana.
Nel suo ufficio al Rizzoli, Faldini conserva come fossero trofei i riconoscimenti ottenuti. Ma dietro il professionista affermato si cela anche un uomo profondamente umano, che ogni anno parte per missioni sanitarie in Camerun, dove presta la sua opera nei contesti più difficili, portando non solo tecnica, ma anche speranza.
E proprio durante una missione africana, nell’aprile scorso, il professore ha sorpreso il mondo con un gesto inatteso: al termine di un intervento chirurgico, ha imbracciato una tromba e intonato L’ombelico del mondo di Jovanotti, diventando virale in rete. "Si può perdere il concerto, ma non la voglia di ballare", ha detto Faldini in quel video che ha commosso e fatto sorridere migliaia di persone, tanto da ricevere la risposta diretta del cantautore: "Verrò a suonare lì".
Oggi Cesare Faldini è molto più di un chirurgo: è il simbolo di una Bologna che cura, innova e ispira, unendo il rigore della scienza alla potenza del cuore.
Un orgoglio per l’Alma Mater, per il Rizzoli e per tutta l’Italia.